Settembre 2016: cinquantesimo anniversario della giornata internazionale dell’alfabetizzazione. La questione dell’alfabetizzazione e le problematiche relative ad essa, al giorno d’oggi, potrebbero sembrare ormai superate, ma così non è.
Un lettore ottimista ora potrebbe pensare che ci si riferisca a realtà lontane dalla nostra, a quei paesi che ancora definiamo “in via di sviluppo”, dove la creazione di sistemi scolastici è ancora un obiettivo difficile da raggiungere. Paesi come l’Africa o l’Asia, dove oltre 774 milioni di persone non hanno un’istruzione di base. In quei luoghi si continua a combattere soprattutto contro l’analfabetismo in senso stretto, cioè contro l’incapacità totale di leggere e scrivere.
Eppure anche i paesi più sviluppati si ritrovano, tutt’oggi, ad affrontare difficoltà legate all’alfabetizzazione. In questa seconda categoria di luoghi, dotati di sistemi scolastici efficienti, l’avversario da affrontare è l’analfabetismo funzionale (o illetteralismo): l’individuo possiede una conoscenza basilare di lettura e scrittura e calcolo, senza riuscire però a padroneggiare tali abilità.
L’alfabetizzazione completa è fondamentale per attuare l’uguaglianza, esercitare la libertà d’espressione ed essere membri produttivi della società del presente e contribuire attivamente a porre le basi della società del futuro.
Un futuro che ci auguriamo prossimo, dove esisterà una società in cui tutti saranno in grado di leggere queste parole, ma farlo servirà solo a gettare uno sguardo al passato e ricordare che esisteva un problema brillantemente superato.